Rigenerazione urbana: la via maestra per le città del futuro


La conferenza “Città nel futuro 2030–2050”, organizzata lo scorso ottobre da Ance ha posto un punto fermo: rigenerazione urbana, Piano Casa e tecnologie sono parte di un’unica agenda, la più concreta per dare qualità e competitività ai territori.


È una traiettoria che condividiamo e che rispecchia il nostro modo di lavorare: intervenire sull’esistente per generare valore ambientale, sociale ed economico, senza consumare nuovo suolo. La tre giorni romana di Ance ha chiamato a raccolta istituzioni, imprese e competenze tecniche su adattamento climatico, governo delle acque, emergenza abitativa e trasformazione digitale, mettendo in evidenza la mission di tutto il nostro comparto

D’altra parte, come azienda Bucci abbiamo sempre considerato la rigenerazione urbana una delle tappe principali dello sviluppo e della crescita del Paese: unisce bellezza a qualità nel rispetto dell’ambiente e della tradizione, legandole a nuove tecnologie e processi lavorativi contemporanei. In questo senso, il segnale arrivato da ANCE è netto: la “ricetta” per le città di domani combina un programma nazionale di rigenerazione con obiettivi climatici e sociali, un Piano Casa capace di riattivare l’offerta in modo sostenibile e un utilizzo intelligente del digitale lungo tutto il ciclo di vita degli interventi.

Per gli addetti ai lavori questo implica un cambio di scala e di metodo. La rigenerazione non può ridursi a singoli lotti: servono masterplan di quartiere che integrino mix funzionale, servizi di prossimità, infrastrutture verdi e blu, mobilità dolce, sicurezza degli spazi e resilienza idrica. Occorre introdurre indicatori condivisi — riduzione dei consumi e delle emissioni, comfort indoor, durabilità dei materiali, costi di manutenzione — che guidino scelte progettuali, capitolati e contrattualistica.

Per noi, c’è un ulteriore aspetto politico-istituzionale che merita attenzione: il percorso di sviluppo sopra-menzionato può essere raggiunto solo attraverso strumenti semplici e stabili, come iter autorizzativi chiari, incentivi pluriennali orientati a risultati verificabili, partenariati pubblico-privati con ripartizione trasparente dei rischi, premialità per chi dimostra impatti misurati su energia, qualità dell’aria, accessibilità, inclusione.

Infine, aggiungiamo che rigenerare è anche sinonimo di politica industriale. Ogni euro investito nel recupero del costruito attiva filiere locali, favorisce occupazione qualificata, spinge innovazione di prodotto e di processo, e allunga la vita utile del patrimonio — pubblico e privato. Quartieri rigenerati attraggono famiglie e imprese, rafforzano il commercio di vicinato, riducono costi sociali e infrastrutturali. È un circuito virtuoso che parte da una regia pubblica chiara e si consolida grazie a imprese capaci.

La nostra filosofia rimane semplice e, allo stesso tempo, esigente: unire il bello alla qualità nel rispetto dell’ambiente e della tradizione. La bellezza non è un orpello, ma un criterio tecnico che incide su salute, sicurezza, identificazione collettiva e valore immobiliare nel tempo. La qualità non si dichiara, si misura con indicatori trasparenti. L’ambiente non è una voce a parte, ma la cornice dentro cui si progetta, si costruisce e si abita. La tradizione non è nostalgia, ma il dialogo con l’identità dei luoghi per costruire futuro senza cancellare memoria. Dentro questa cornice, la rigenerazione urbana è uno dei principali motori di crescita, qualità del vivere e sviluppo competitivo del Paese. È la rotta che ANCE ha indicato e che come Azienda Bucci scegliamo ogni giorno di percorrere, progetto dopo progetto.