Superbonus e bonus edilizi: cosa cambia per i crediti “in pancia” ai cessionari
Il 18 settembre scorso ANCE ha chiarito un punto cruciale per la gestione dei crediti edilizi
I cessionari che detengono nel proprio cassetto fiscale crediti maturati prima del blocco delle cessioni possono trasferirli ulteriormente, a condizione che non siano stati ancora utilizzati in compensazione. Il principio discende dalla Risposta n. 240 del 15 settembre 2025 dell’Agenzia delle Entrate e apre margini operativi utili per professionisti e imprese, nonostante le restrizioni introdotte negli ultimi anni.
Il perimetro: cosa si può (e non si può) fare
Secondo la ricostruzione ANCE, il “blocco” ha riguardato i beneficiari originari delle detrazioni (chi ha diritto al bonus), che dal 29 maggio 2024 non possono più cedere le rate residue di detrazione non ancora fruite. Non è invece previsto un divieto per i cessionari: chi ha ricevuto i crediti e li ha ancora integri e non compensati può ritrasferirli. In pratica, il divieto colpisce l’origine della filiera, non le cessioni a valle già perfezionate e ancora “ferme” nel cassetto fiscale.
I cessionari che hanno acquistato (o acquisito con sconto in fattura) i crediti prima del 29 marzo 2024, hanno ancora la possibilità di recuperarli in 5 anni (bonus barriere architettoniche e sismabonus) o 4 anni (superbonus).
Tutti i crediti acquistati dopo tale data sono compensabili in 10 anni.
Perché interessa imprese e professionisti
– Liquidità e regolazione dei rapporti: per chi opera nella costruzione (appalti, forniture, servizi tecnici), la possibilità per il cessionario di trasferire crediti pre-blocco consente di regolare compensi e forniture con maggiore elasticità, quando i crediti rispettano i requisiti di legge.
– Certezza operativa: la posizione ribadita riduce l’ambiguità su crediti “già maturati” e non utilizzati, evitando il congelamento di poste che, se correttamente gestite, restano ancora trasferibili.
Le cautele minime (buon senso di filiera)
In un quadro normativo in evoluzione, ANCE segnala una linea chiara che per noi si traduce in metodo:
1. Tracciabilità: verificare che il credito sia maturato prima del blocco, presente nel cassetto fiscale del cedente/cessionario e mai utilizzato in compensazione.
2. Documentazione: tenere ordinati contratti, fatture, sconti in fattura/cessioni originarie, e riferimenti alle norme (utile in caso di controlli).
3. Clausole: nei nuovi accordi inserire impegni e dichiarazioni sullo stato del credito (pre-blocco, non compensato), tempi e responsabilità.
La nostra lettura: qualità e responsabilità
Per Bucci, la qualità non è solo progetto e cantiere: è anche filiera amministrativa chiara, che tutela clienti e partner. Una gestione corretta dei crediti fiscali è parte di quella “bellezza utile” che perseguiamo: semplifica i processi, riduce gli attriti, crea valore nel tempo per persone e territori. La conferma ANCE aiuta a sbloccare crediti “buoni” e a riportarli dentro relazioni trasparenti, dove ogni passaggio è verificabile.